Dolcissimo Gesù,
sappiamo che anche quest’anno, bagnato di lacrime e sangue per la pandemia, sarà Natale… anzi, che ogni giorno dell’anno è incarnazione della verità del Tuo Natale in mezzo all’umanità e nel centro della creazione.
Ma i nostri occhi sono annebbiati e la cecità ci impedisce di vederti e riconoscerti nato e presente tra noi nella nostra carne ed in quella di tutte le nostre sorelle e fratelli provati dalla malattia, dalla povertà e miseria crescente, dal lavoro messo a rischio, da un futuro che sembra senza prospettive e da un orizzonte a tinte fosche.
Allora, come i due discepoli in fuga verso Emmaus, preghiamo te che ti fai Pellegrino sulla terra e nella storia, perché rimanga con noi, se no si fa buio; ti preghiamo perché apra gli occhi della nostra cecità e faccia ardere il nostro cuore; ti preghiamo perché con la tua presenza curi la nostra vista ed i nostri sentimenti, allora torneremo, come i due discepoli, di corsa a Gerusalemme… e Gerusalemme per noi sono le città, i paesi e le case del nostro Amato Gargano!
Con Te che scaldi i nostri cuori ed illumini le nostre menti, saremo fermento nella società lottando per i diritti partendo dagli ultimi; saremo sale nel ricco patrimonio culturale da seminare di Vangelo; saremo luce nell’ambiente naturale per custodirne l’irresistibile bellezza; saremo fraternità ed amicizia che mantengono vive e giovani le comunità ecclesiali.
È questo, Gesù, il Natale che sogniamo e ci impegniamo a costruire. Abbiamo fede forte e speranza sicura che le nostre Chiese parrocchiali e domestiche saranno madri di cuori che generano relazioni d’amore e il nostro Amato Gargano si trasformerà in un autentico presepe.
Dolcissimo Gesù, sii il nostro Redentore e Salvatore e noi, tuoi discepoli, saremo Natale per tutti i nostri Fratelli e Sorelle, con noi compagni e pellegrini nella storia verso il Tuo Regno.
Amen!
+ Franco crs
Arcivescovo
IMPEGNO
Perché ogni giorno sia NATALE impariamo a mettere da parte le proprie esigenze, aspettative, i propri desideri di onnipotenza davanti allo sguardo concreto dei più fragili… il servizio guarda sempre il volto del fratello, tocca la sua carne, sente la sua prossimità fino in alcuni casi a ‘soffrirla’, e cerca la promozione del fratello1.
1 Francesco, Omelia a L’Avana-Cuba (20 settembre 2015) e Fratelli Tutti, n. 115